La Migrazione Sanitaria
La scienza medica ha fatto in pochi anni passi da gigante nella diagnosi e nella cura di patologie fino a poco tempo fa considerate incurabili.
Lo Stivale in questo senso è sede di tantissime strutture di eccellenza, capaci di attività diagnostiche, chirurgiche e terapeutiche altrimenti irreperibili nella nostra Isola.
Nonostante la continua evoluzione dell’offerta diagnostica dell’ A.T.S. , circa 14.000 Sardi ogni anno, anche più volte all’anno e nella maggior parte dei casi accompagnati dai propri familiari, devono attraversare il mare per poi ritrovarsi spesso soli in un nuovo contesto sanitario.
Quando si associa la parola “Sardegna” alla parola “viaggiare” viene spontaneo andare a pensare alle difficoltà oggettive che si incontrano negli spostamenti per chi vive in un’isola; immaginate ora se a compiere questo viaggio dev’essere una persona ammalata.
La paura di una patologia grave, che non lascia tregua, si unisce ad altre mille preoccupazioni, organizzative, burocratiche ed economiche, che insorgono quando da un centro della Sardegna si deve raggiungere un ospedale o un centro medico nella Penisola.
A volte lo stato della malattia è tale che ci consente di viaggiare da soli, e su mezzi ordinari.
Altre volte lo stato del paziente è tale da dover ricorrere a trasporti medicalizzati.
Una volta arrivati alla struttura l’accompagnatore o gli accompagnatori del paziente dovranno alloggiare, spostarsi, mangiare.
Sembrano cosi rappresentate cose abbastanza ovvie e semplici, ma quando si è malati, quando magari si è soli e non si versa in buone condizioni economiche tutto assume un peso diverso e spesso insostenibile.